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Le primarie saranno la rinascita del centro sinistra

di Elio Matassi

Mentre la situazione del centro destra, del blocco del PDL, appare segnata ogni giorno di più da contraddizioni, confusione, mancanza di una strategia coerente, le primarie, a prescindere dal risultato, hanno segnato un momento di crescita complessiva rilevante per il centro sinistra.

La vittoria del segretario del PD, Pierluigi Bersani, è stato più netta del previsto, ma anche il candidato soccombente, Renzi, è uscito molto bene dalla competizione generale. Come altrettanto bene sono usciti anche i tre candidati, Vendola, Puppato e Tabacci.

L’impressione che le primarie hanno dato è stata quella della possibile coesistenza fra le cinque diverse anime e sensibilità della coalizione di centro sinistra. Cinque anime che sono una risorsa, un potenziale moltiplicatore delle energie della nuova coalizione. Non annullandosi reciprocamente, ma fondendosi compiutamente in una sintesi vincente. 

Il vero problema, anche data l’incertezza che regna sulla legge elettorale, sta nell’eventuale allargamento della coalizione al centro, quell’alleanza tra progressisti e moderati che dovrebbe rappresentare la rinascita del sistema-Italia.

Quello che mi chiedo può essere prospettato nella maniera seguente: il centro con Renzi, con Tabacci, non rappresenta già un fattore determinante nella coalizione già prestabilita? Come potrebbe avvenire un ulteriore allargamento, non rischierebbe di far collassare tutto? E soprattutto, possono coesistere le due linee politiche, la presidenza Bersani, con quella del Monti-bis. Nutro molti dubbi in proposito. Del resto lo schieramento attuale della coalizione di centro-sinistra, con Renzi e Tabacci a destra, con al centro Bersani e Vendola e la Puppato a sinistra, non è già fortemente caratterizzato verso il centro, piuttosto che alla sinistra della coalizione. 

A questo problema si accompagna quello, posto in maniera radicale da Renzi, di un rinnovamento ampio sul piano generazionale, che non può essere ridotto in maniera semplificatoria in uno scontro tra giovani e vecchi. Già da tempo sostengo che il liberismo anagrafico è la forma più demenziale di liberismo che si possa concepire. Quello che, invece, deve essere realizzato è piuttosto quello di un effettivo ricambio della classe dirigente, di una messa in questione irreversibile di oligarchie ormai consolidate, ma anche, purtroppo, datate. 

Terzo problema: il lavoro, il lemma più usato, ma anche più calpestato del dibattito pubblico contemporaneo. Come attuare uno sviluppo effettivo e ridurre, nel contempo, almeno in maniera tendenziale le grandi diseguaglianze che si sono cristallizzate nell’ultimo ventennio. 

Il centro sinistra avrà la preparazione culturale sufficiente? Il centro sinistra deve attrezzarsi di fronte di alla nuova svolta-soglia epocale, la crisi e la fine del sistema di potere del berlusconismo e le aspettative del mondo produttivo e di quello del lavoro; e ancora le aspettative, da troppo tempo eluse e frustrate del lavoro dipendente, nel mondo della scuola e dell’università. La ormai definitiva realizzazione della riforma Gelmini e la parallela partenza di quell’autentico monstrum rappresentato dalla carica dei centomila, tanti sono i candidati che si sono candidati alle abilitazioni universitarie nazionali, rischiano di far collassare in maniera definitiva e irreparabile il sistema universitario.

Torneremo a proposte demenziali e distruttive, come quelle legate, nel passato, alla shock generazionale per alimentare le aspettative ansiogene delle nuove lobby.

Vedo molto nubi, tra le luci che si intravedono all’orizzonte. Il centrosinistra deve risolvere in maniera rigorosa l’equazione merito – innovazione – consolidamento delle strutture pregresse, altrimenti il sistema universitario imploderà. E all’interno del mondo universitario, vanno difesi in modo particolare i saperi umanistici; oggi la differenza tra destra e sinistra si può misurare anche su queste scelte. Quali risposte fornirà l’attuale aspirante premier, vincitore delle primarie? La sua preparazione culturale sarà sufficiente a mantenere coerente il progetto complessivo della coalizione?

Gli intellettuali che si riconoscono in Inschibboleth continueranno ad esercitare questa funzione critica, essendo completamente consapevoli delle disattenzioni, del sostanziale cinismo con cui l’attuale oligarchia burocratica, in particolare del partito democratico, ha accolto le nostre indicazioni e suggestioni.  Noi continueremo con la nostra coerenza di sempre, senza abdicare al nostro compito, ben sapendo di rappresentare molto di più di una piccola lobby da sfamare.

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